domenica 14 marzo 2010

Il fumetto come modello narrativo: l’ombra di Watchmen


«Non è come C.S.I […] dove puoi perdere qualche episodio e quando tornerai a vederlo, saprai sempre tutto. In Lost le cose sono diverse. È una serie che va affrontata come un libro e letta capitolo dopo capitolo […] perché altrimenti non capisci più nulla. Io e J.J. abbiamo cercato di replicare il modello narrativo dei fumetti con i quali siamo cresciuti da ragazzini»[1]. Quello con i fumetti è un rapporto che ogni scrittore americano (a maggior ragione se audiovisivo) ha ben radicato nel proprio Dna, vista la diffusione di questo mezzo espressivo, spesso quello più controcorrente ed intelligente, dagli anni ’40 in poi negli Usa. Lo stesso Damon Lindelof, pur partendo come autore televisivo, nel 2006 ha coronato il suo sogno producendo per la Marvel Comics la miniserie Ultimate Wolverine vs. Hulk. Ma a legittimare il legame di Lost con i fumetti, troviamo nel team creativo di scrittori/produttori gente come Jeph Loeb e Paul Dini, due affermati autori di comics, affiancati da un paio di anni da Brian K. Vaughan considerato, a ragione, il maggior talento del settore dell’ultimo decennio. La sua prima prova come autore in Lost è l’episodio Catch-22 (3x17) nel quale sin dalle prime battute possiamo ascoltare un dialogo tra Charlie e Hurley che discutono su chi sia più veloce tra Flash e Superman. Lo stesso Vaughan autocita il suo Y- L’ultimo uomo (2002-2007) quando, in The Shape Of Things To Come (4x09), vediamo Ben utilizzare un bastone telescopico per uccidere due beduini nel deserto tunisino, ovvero l’arma preferita dell’agente 355 nel fumetto. Citazione che Lindelof e Cuse restituiscono l’anno dopo in 316 (5x06) mostrando Hurley intento a leggere una copia di Y - L’ultimo uomo prima di imbarcarsi sull’aereo che lo riporterà sull’isola.

Quando Damon Lindelof affermò in un’intervista che «Watchmen (1986-1987) è la più grande opera narrativa mai prodotta»[2], probabilmente ritenne di essere stato poco chiaro e poco tempo dopo precisò di ritenerlo «il libro più bello che abbia mai letto e lo sarà per sempre. Non riesco a pensare a nessun altro che abbia scritto una cosa come questa o che lo potrà mai fare»[3]. Un pensiero probabilmente condiviso da molti, se il Time nel 2005 lo ha incluso nella sua lista dei 100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi [4] e il precedentemente citato Brian K. Vaughan ha ammesso di averne tratto l’ispirazione principale per iniziare a scrivere [5]. Appare ovvio che con premesse del genere, Lost alla fine risulti avere parecchi punti in comune con la celebre graphic novel scritta da Alan Moore e disegnata da Dave Gibbons, basti pensare al fatto che entrambe sono opere seriali (Watchmen uscì come una miniserie di 12 albi) e corali, con capitoli/episodi di approfondimento sui singoli personaggi tramite l’utilizzo appropriato di flashbacks. Inoltre, sia Watchmen che Lost sono note per l’attenzione maniacale per i dettagli, scena dopo scena, tavola dopo tavola c’è qualche elemento importantissimo nascosto a prima vista così come i riferimenti culturali elargiti in grande quantità. Se questi sono elementi comuni solo dal punto di vista strutturale, da quello narrativo non mancano di certo le somiglianze: ad esempio in Watchmen il Comico viene buttato giù da un palazzo dopo aver scoperto i piani del nemico, mentre in Lost lo stesso accade a Locke quando minaccia di rivelare i progetti fraudolenti del padre. Oppure l’isola nascosta agli occhi del mondo sulla quale Ozymandias spedisce degli scienziati a compiere delle ricerche (come quelli della DHARMA), o la storia del Vascello Nero (come la misteriosa Black Rock di Lost) ed ancora i poteri precognitivi del dr. Manatthan e di Desmond. E gli autori di Lost, da grandi amanti del lavoro di Moore, hanno pensato anche di citare i conati di vomito di chi viaggia nel tempo, come Spettro di Seta quando giunge su Marte e come Ben e Locke quando si ritrovano nel deserto della Tunisia dopo aver spostato l’Isola nello spazio-tempo.


Andrea Belcastro


[1] Damon Lindelof intervistato da Marco Spagnoli per www.fantascienza.com (13/06/2006).

[2]Intervista rilasciata a Jeff Jensen per Watchmen: An Oral History. Entertainment Weekly (25/05/2007).

[3]Intervista rilasciata a Mike Cotton per THE WIZARD Q&A: WATCHMEN. (21/07/2007).

[5] Cfr. Intervista rilasciata a Jon Lachonis per www.buddytv.com (22/09/2007).

1 commento:

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